Prima pubblicazione: 15/11/2017
E’ si! Sono consapevole delle conseguenze a cui può portare l’indifferenza che potrebbe generare questa costante degli ultimi tempi ma sono altresi consapevole del danno che ne conseguirebbe la mancata sensibilizzazione di più gente possibile.
L’idea comune è che efficienza energetica è uguale a impegni economici notevoli e pertanto vista la situazione contingente, ci sentiamo autorizzati a declinare. Niente di più falso. Poco, basta veramente molto poco. Evitare di lasciare le luci accese dove non serve, riscaldare le proprie abitazioni oltre i 20°C, mantenere le porte aperte dei negozi durante l’inverno e tantissime altre voci che non sto ad elencarvi per non risultare troppo prolisso. Se con un minimo di attenzione ognuno di noi evitasse d’immettere in atmosfera 1kg. di CO2 ogni giorno (valore che può sembrare insignificante), significherebbe che in Italia si eviterebbe d’immettere in atmosfera 60.000.000 kg/giorno di CO2 ossia 60.000 tonnellate/giorno che riferite al mondo intero diverrebbero 9.000.000 tonnellate/giorno. Un numero mostruoso. E’ vero. Provate a rapportarlo ad un anno. E poi a 10 anni. Diventa ancora più mostruoso.
Di certo vi sentirete dire che le immissioni di CO2 in atmosfera naturali sono superiori a quelle di natura antropologica ma ritengo essere questa una affermazione che solo gli stolti e gli incoscienti possono esternare. Non servono grossi investimenti o sacrifici insopportabili. Basta solo un pò di attenzione e tanto amore per questo pianeta che è la nostra casa ma, soprattutto, dovrà essere la casa dei nostri figli e di tutte le altre generazioni che seguiranno.
Ricordiamoci che il mondo non è iniziato con noi e non finirà con noi
A seguire riporto un articolo che scientificamente ci avverte a quale pericolo stiamo andando incontro (fonte Wired) .
Buona lettura
Emissioni annuali di gas effetto serra per tipologia di gas 1970-2010
Attenta, umanità: ecco l’avvertimento degli scienziati sui pericoli per l’ambiente
Cambiamento climatico, crescita della popolazione umana e riduzione della biodiversità. Ecco l’ultimo aggiornamento della comunità scientifica sulle questioni più cruciali e urgenti in fatto di ambiente. E come dobbiamo al più presto invertire le tendenze negative.
Dal cambiamento climatico alla deforestazione, dall’estinzione delle specie alla crescita della popolazione umana. Se non ce ne fossimo ancora accorti, noi esseri umani e il mondo in cui viviamo siamo da tempo in un eterno conflitto, arrivando soprattutto negli ultimi anni, ai ferri corti. Tanto che la comunità scientifica si sta impegnando con tutte le sue forze e conoscenze per riuscire a risolvere le questioni più cruciali e urgenti di gestione ambientale: è dal lontano 1992, infatti, che la Union of Concerned Scientists insieme a più di 1700 scienziati aveva rilasciato il “World Scientists’ Warning to Humanity”, un documento in cui sostenevano che gli impatti umani sul mondo naturale avrebbero probabilmente portato un danno sostanziale al pianeta, che sarebbe stato potenzialmente irreversibile.
Cambiamento riguardo la temperatura media della superficie osservato dal 1901 al 2012
E ora, a 25 anni di distanza, William J. Ripple, ricercatore della Oregon State University e oltre 15mila scienziati provenienti da 184 paesi hanno deciso di fare il punto sulla situazione attuale, aggiornando il documento originale, in un rapporto pubblicato sulle pagine di BioScience, chiamato “A Second Notice”. Dall’analisi dei dati provenienti da agenzie governative, organizzazioni no profit e da singoli studi, è emerso chiaramente che a eccezione dello strato dell’ozono che risulta quasi stabilizzato (per la riduzione di sostanze chimiche e un aumento dell’energia prodotta da fonti rinnovabili), le notizie non sono affatto buone. “L’umanità non sta adottando le urgenti misure necessarie per salvaguardare la nostra biosfera in pericolo”, precisano gli autori, notando che la stragrande maggioranza delle minacce precedentemente descritte non solo rimane “allarmante”, ma anzi, sta addirittura peggiorando.
Così, in questo ultimo aggiornamento, i ricercatori hanno delineato le aree in cui i comportamenti umani possono essere in grado di invertire i trend negativi, come appunto è successo nel caso del buco dell’ozono, verso sistemi più sostenibili. “Presto sarà troppo tardi e il tempo si sta esaurendo”, dicono i ricercatori. “Dobbiamo essere consapevoli che la Terra è la nostra unica casa”. Più precisamente, secondo il rapporto, tra le tendenze più negative degli ultimi 25 anni sono: la riduzione del 26% della quantità di acqua potabile disponibile per abitante, un aumento del 75% del numero delle “zone morte” degli oceani, una perdita di quasi 300 milioni di ettari di foresta, gran parte convertito per usi agricoli. E ancora: aumenti significativi delle emissioni globali di anidride carbonica e temperature medie, un aumento del 35% della popolazione umana e una riduzione del 29% del numero di mammiferi, rettili, anfibi, uccelli e pesci.
Estensione dei ghiacci nei mari artici nel periodo estivo
“Alcune persone potrebbero non accettare le nostre prove e pensare che siano solo molto allarmanti. Ma un numero enorme di scienziati sta analizzando i dati e studiando le potenziali conseguenze a lungo termine”, conclude Ripple. “Chi ha firmato questo secondo documento, infatti, non solo sta dando un allarme, ma riconosce i segnali evidenti che noi esseri umani stiamo intraprendendo un percorso del tutto insostenibile. Speriamo che il nostro documento accenda un ampio dibattito pubblico sia sull’ambiente che sul clima globale”.